Effetto Doppler Acustico

     
 

Lo studio dell’effetto Doppler acustico da la possibilità non solo di falsificare la teoria della relatività ma anche di fornire una spiegazione alternativa alla costanza della velocità della radiazione elettromagnetica e di integrare la formulazione della meccanica classica con la meccanica quantistica.

Come è noto l’effetto Doppler acustico è costituito dalla  variazione della frequenza del suono che si osserva quando un emettitore di suoni E è in movimento rispetto ad un ricevitore R.

La formula generale è data da

νR = νE (vS + vM - vR )/(vS + vM - vE)    (eq. 11)

In cui νR è la  frequenza  misurata dal rivelatore νE è la frequenza emessa, vS  = velocità del suono , vM = velocità del mezzo in cui il suono si propaga, vR  = velocità del rivelatore vE  = velocità dell’ emettitore.

Se invece della frequenza prendiamo in considerazione il periodo sapendo che νS = 1/τS abbiamo

τR = τE (vS + vM - vE )/(vS + vM - vR)

Un aspetto interessante di queste formule è che esse sono diverse a seconda che noi poniamo vR= 0  oppure  vE = 0  cioè a seconda che sia in movimento l’emettitore od il rivelatore. In altre parole la frequenza osservata dipende dal fatto che l’osservatore sia in quiete od in movimento.

Ammettiamo di essere nelle condizioni in cui vM = 0 cioè il mezzo in cui si propaga il suono ( ad esempio aria) sia stazionario, in questo caso 

se vR= 0  (cioè rivelatore fermo) si ha

τR = τE (vS - vE )/(vS ) = τEα-   con    α- = (1- vE/vS)

cioè quando il segno di vE è lo stesso di vS ,cioè l’emettitore si avvicina, allora il periodo misurato dal rivelatore è minore di quello generato dall’emettitore e quindi la frequenza aumenta; se invece vE e vS sono di segno contrario, cioè l’emettitore si allontana allora τR aumenta e quindi νR diminuisce.

Se vE = 0,  cioè l’emettitore è fermo, avremo la seguente relazione

τR = τE [vS /(vS - vR] = τE-

cioè quando il rivelatore si avvicina alla sorgente del suono, e quindi i segni di vS e di vR sono contrari allora il termine in parentesi quadra è minore di 1 e quindi diminuisce il periodo ed aumenta la frequenza, mentre  se i segni delle due velocità sono concordi, e quindi il rivelatore si allontana dall’emettitore allora si ha una diminuzione della frequenza.

La cosa  interessante è che  anche quando vR  e vE sono uguali (ad esempio alla velocità del treno vt  per riallacciarci al nostro caso) l’aumento di frequenza osservata  quando il rivelatore e l’emettitore si avvicinano è diverso nei due casi in cui il rivelatore è fermo in S oppure è in moto in S'.

Infatti  tenendo conto dei segni delle velocità nel processo di avvicinamento abbiamo

τS'RSR = [vS /(vS + vt] / [(vS - vt )/vS ] = vS2 /(vS - vt)(vS + vt)

da cui

νS'R / νSR = [vS + vt)(vS - vt)]/ vS2 = ( α- α+ ) = 1/γ2

cioè se noi  poniamo lo stesso emettitore di frequenze acustiche sui due treni, la variazione di frequenza  registrata sul  rivelatore posto sul treno in movimento è minore della variazione registrata dal rivelatore fermo sulla banchina.

Per ricavare  l’eq. 11 precedente facciamo un esempio pratico collegato con il nostro solito esperimento dei due treni.

Poniamo che l’osservatore in coda al treno verde in movimento alla velocità vt = 50 m/s (180 Km/ora)  abbia un revolver capace di esplodere proiettili alla velocità vp = 200 m/s, e che un revolver del tutto simile sia posseduto dall’osservatore rosso alla coda del treno fermo sulla banchina. Noi sappiamo inoltre che la velocità del suono in aria circa vS = 344 m/s mentre la velocità della luce è 3 108 m/s .Visto che l’ordine di grandezza della velocità della luce è molto maggiore di quello delle velocità che stiamo considerando, possiamo benissimo utilizzare la luce come elemento di sincronizzazione con un elevatissimo grado di approssimazione.

L’osservatore rosso, fermo alla stazione, sta aspettando il treno verde che giunge da sinistra con velocità costante. [assegniamo un valore negativo alla coordinata che si trova alla sinistra dell’osservatore rosso ed un valore positivo alle velocità degli oggetti che si muovono verso destra]

a-Moto del proiettile.

Quando l’osservatore verde si trova alla distanza d1 = -5.000 m dalla stazione esplode un colpo di pistola  nella direzione dell’osservatore rosso che vede il lampo provocato dall’esplosione ed esplode a sua volta un proiettile nella direzione dell’osservatore verde. Secondo le leggi della meccanica classica avremo quindi la seguente situazione:

 

t1S = tempo impiegato dal suono relativo all’esplosione del proiettile verde per arrivare all’osservatore rosso
t1P = tempo impiegato dal proiettile verde per giungere all’osservatore rosso
t1t = tempo impiegato dal treno verde per giungere all’osservatore rosso

per quanto riguarda l’osservatore in S' che è all’origine del suo sistema di coordinate d1 = xfinale – x iniziale quindi x ha un valore negativo come pure negative sono le velocità degli oggetti che si muovono da destra verso sinistra t'1S < t1S poiché la velocità del suono rimane la stessa ma nel frattempo l'osservtore verde si avvicina all'osservatore rosso alla velocità vt

Come era da aspettarsi quindi le leggi della meccanica classica, nei due sistemi di riferimento sono invarianti per quanto riguarda i proiettili ed i treni ma non per quello che riguarda la velocità del suono.

Possiamo vedere che il secondo proiettile verde arriva dopo 19 + 5 = 24 sec. mentre il terzo dopo 18 + 10 = 28 secondi e lo stesso per il proiettile sparato daltreno rosso. Ne consegue che un periodo di emissione di 5 secondi è pecepito come un ritardo di 4 secondi.

b-Moto del suono

Per quanto riguarda il suono invece l’osservatore rosso in S ode i colpi distanti di un tempo

τR=Δt =13,808 +5 - 14.535 = 4.273 sec = 5•(1- vt/vS)= τE α-

e quindi  

νR = νE-

mentre per l’osservatore verde sul treno mobile in S' (per il quale il suono si propaga nel verso opposto a quello del treno)

τ'R =Δt'=12,056 +5 – 12.690 = 4.365 sec = 5/(1+ vt/vS)= τE+

cioè

ν'RE α+

Quando il treno verde sorpassa  il treno rosso e continua la sua corsa verso destra  avremo che per l’osservatore rosso il proiettile ed il suono che provengono da destra hanno un valore negativo della velocità il cui segno è quindi contrario a quello della velocità del treno che procede invece nello stesso verso per cui avremo τR = τE α+    ed anche    τ'R = τE/ α-

perché per l’osservatore sul treno mobile che si trova alla destra dell’osservatore rosso il suono proveniente  dalla banchina ed il treno si muovono nello stesso verso.

Abbiamo ricavato quindi le formule, già note, che esprimono la variazione di frequenza per l’effetto Doppler acustico, ed abbiamo anche ritrovato il fattore di normalizzazione γ che Einstein aveva  assunto implicitamente utilizzando le trasformazioni di Lorentz.

Riassumendo quindi abbiamo il seguente schema per l’effetto Doppler classico 

Formula generale           νo = νs (v + vm - vo )/(v + vm - vs)
νo = frequenza osservata
νs = frequenza emessa
v   = velocità del suono
vo = velocità dell'osservatore
vs = velocità della sorgente
Le velocità sono positive se nella direzione in cui si propaga l’onda.

Ipotizzando che vm è zero, si possono verificare quattro casi:

 

Cerchiamo a questo punto di capire la ragione di questa asimmetria di comportamento (in funzione del sistema di riferimento) che abbiamo trovato per l’effetto Doppler acustico.

Il  principio di conservazione dell'energia e l'effetto Doppler acustico

Prendiamo in considerazione il seguente schema: 

 

Vogliamo dimostrare che le leggi che governano l’effetto Doppler acustico, così come quelle che definiscono la meccanica classica sono una diretta conseguenza del principio di conservazione dell’energia.

Ammettiamo che nei quattro punti sopra evidenziati, due sul treno rosso in quiete e due sul treno verde in movimento, vi siano quattro dispositivi identici, che indicheremo con la sigla (E/R) ,capaci ciascuno di emettere  una frequenza sonora nE uguale nei quattro emettitori e capaci di misurare le frequenze emesse dagli altri .

Il meccanismo di trasmissione del suono in un mezzo consiste  in un processo di trasmissione di energia, in cui  non vi è trasporto di materia, attraverso un processo di urti elastici in cui le molecole del mezzo ricevono energia da una membrana acustica vibrante e la trasferiscono alle molecole circostanti.

Il momento trasportato da una molecola adiacente alla membrana acustica è dato da

p = mV

in cui m è la massa della molecola e V è la velocità della membrana nella direzione della propagazione del suono.

Vediamo dunque quale è la situazione che si determina nei quattro apparati (E/R).

L’emettitore nel punto A trasmette un impulso con un momento pE = mV nella direzione del punto B, se gli urti sono elastici come abbiamo ipotizzato, cioè in mancanza di perturbazioni esterne, il ricevitore nel punto B riceverà lo stesso impulso pA= mV dopo un certo tempo e con la stessa frequenza con cui è stato emesso poiché la velocità di trasmissione del mezzo non cambia, ed il cammino che deve percorrere l’impulso è sempre lo stesso.

L’energia trasferita nell’unità di tempo sarà data dall’energia di ogni impulso moltiplicato il numero di impulsi nell’unità di tempo cioè moltiplicato la frequenza cioè

E = p•ν [ integrale ]

Se il segnale acustico registrato in B proviene dall’emettitore in A' allora  il momento trasferito dalla membrana vibrante in A' alle molecole del mezzo circostante sarà dato dalla somma del momento relativo all’apparato p=mV più quello relativo al moto dell’emettitore (momento intrinseco al sistema di riferimento) rispetto al ricevitore pt=mVt sarà quindi

pA' = m(V +Vt) ,

per cui essendo m= pA/V si ha

pA' = pA(V +Vt)/ V

Se il segnale emesso in A' è ricevuto nel punto B' da un detector con un momento intrinseco uguale a quello dell’emettitore e cioè pt=mVt  allora il momento trasferito sarà analogo a quello misurato nel sistema S e cioè

p= m(V +Vt) - mVt = mV.

Poniamo a questo punto il rivelatore nel punto A' e misuriamo le frequenze dei suoni provenienti da B e da B',  in questo caso abbiamo che il moto del suono ed il moto del treno sono diretti nel verso contrario per cui avremo per il suono proveniente da B'  pB' = -mV e per quello proveniente da B   pB= m(-V +Vt)  per cui

pB'= pBV/(V -Vt)

in cui come abbiamo detto pB' è il momento lineare degli impulsi sonori che arrivano in A' provenienti da B', mentre pB è il momento degli impulsi sonori che arrivano in A provenienti da B. La  frequenza di questi impulsi l’abbiamo calcolata precedentemente ed è data da  (usando le stesse notazione)  [ νR = νE / α- ]

νA' = νE / α- = νE V/(V-Vt)

è la frequenza degli impulsi che arrivano in B provenienti da A' mentre [ ν'R = νE α+ ]

νB = νE α+ = νE (V+Vt)/V

è la frequenza degli impulsi che arrivano in A' provenienti da B.

Come abbiamo detto l’energia trasportata nell’unità di tempo  è data dall’energia di ogni impulso per il numero di impulsi nell’unità di tempo cioè  E = p•ν per  cui l’energia trasportata dal suono proveniente da A' che raggiunge B è

EA' = pA' • ν A' = pA (V +Vt)/ V • νE V/(V -Vt) = pA νE (V +Vt)/(V -Vt)

Mentre quella che raggiunge A' proveniente da B è

EB' = pB' • ν B'= pB V/(V -Vt) • νE(V +Vt)/V = pB νE (V +Vt)/ (V -Vt)

siccome pA = pB perché sono relativi alla frequenza νE dell’emettitore ne consegue che le due energie sono uguali.

Questa è una conseguenza molto importante che è implicita nel principio di conservazione dell’energia, in effetti il fenomeno fisico che stiamo osservando è lo stesso sia che stiamo guardando dal sistema S che dal sistema S'  tuttavia questo non vuol dire che la descrizione del fenomeno fisico, cioè le formule che utilizziamo siano le stesse in entrambi i sistemi di riferimento.

Abbiamo quindi visto che è il prodotto p•ν invariante rispetto al cambiamento del sistema di riferimento mentre non lo sono i singoli termini p e ν .

Le formule sono le stesse solo quando stiamo parlando del moto di corpi materiali in cui ( in particolare per sistemi di riferimento inerziale) perché in questo caso abbiamo la somma delle energie cinetiche, ma non quando parliamo di trasporto solo di energia come avviene per le onde acustiche o per le onde elettromagnetiche.

Questa trattazione ha permesso di mettere in evidenza una considerazione molto importante e cioè che i sistemi inerziali sono equivalenti, anche per la trattazione dei fenomeni ondulatori solo quando il rivelatore e l’emettitore si trovano nello stato  di moto o di quiete, cioè quando hanno la stessa energia cinetiche che chiameremo energia intrinseca al sistema di riferimento.

La meccanica ha sempre assunto implicitamente che lo stato dell’osservatore sia del tutto indifferente ai fini della misura, e questo per raggiungere il criterio di oggettività; questa trattazione ha invece messo in evidenza che lo stato dell’osservatore, come avviene per la meccanica quantistica può influenzare il risultato della misura in funzione della sua energia intrinseca, questo non significa non obbedire al criterio di oggettività ma semplicemente di rendersi conto dell’influenza dell’osservatore senza ignorarne il peso come è stato finora ipotizzato spingendo inconsciamente Einstein verso la sua teoria della relatività.

Abbiamo visto che il fattore g compare anche nella trattazione del fenomeno acustico e pertanto non è legato al valore elevatissimo della velocità della luce come derivato da Einstein, cade così anche l’altro simulacro che è stato utilizzato da Einstein per accreditare la sua teoria, e cioè che essendo la velocità della luce una velocità limite irrangiungibile , nessuno sarebbe stato in grado di falsificare la sua teoria.

Introducendo il fattore di normalizzazione γ Einstein ha di fatto ignorato il peso che ha lo “stato” dell’osservatore nel determinare la misura del fenomeno fisico. Questo “stato” è alla base del principio di indeterminazione di Heisenberg che costituisce a sua volta un fondamento indispensabile per la meccanica quantistica. L’estensione di questo concetto anche alla meccanica classica permette di enunciare un vero e proprio principio antropometrico che può essere così enunciato, “ per obbedire al criterio di oggettività, ogni fenomeno fisico deve essere indipendente dallo stato dell’osservatore, ma la rappresentazione matematica di tale fenomeno non può prescindere dallo 'stato' dell’osservatore che deve pertanto essere esplicitato nella fase di determinazione”.
 

Il caso dei proiettili .

Abbiamo visto che il prodotto E = p • ν  è invariante quando prendiamo in considerazione il trasporto dell’energia acustica, vediamo ora cosa accade per il trasporto di oggetti dotati di massa, cioè consideriamo  cosa accade per i proiettili che vengono esplosi dai due revolver nei treni del precedente esempio.

L’osservatore rosso nel punto B vede arrivare i proiettili esplosi dal punto A con una frequenza ν A mentre i proiettili esplosi dal punto A' che si sta avvicinando con velocità  Vt arrivano con una frequenza  νA' = νA(1+ Vt/ Vp) discorso analogo per quello che riguarda il momento dei proiettili che arrivano in B da  A (pA)  e da A' (pA' = pA (1+ Vt/ Vp)   per cui il prodotto sarà

E = pA' • νA' = pA • νA(1+ Vt/ Vp)2

che è la stessa relazione che lega l’energia cinetica del proiettile in A' con quella del proiettile in A  e cioè

EcA'= ½ m (Vp +Vp)2 = ½ m Vp2 (1+ Vt/ Vp)2 = EcA (1+ Vt/ Vp)2

Quindi l’energia cinetica ed il prodotto p • ν   si trasformano nello stesso modo e sono quindi invarianti rispetto al cambiamento di coordinate in un sistema inerziale.

Per quanto riguarda il momento p abbiamo ottenuto lo stesso risultato sia per quello che riguarda la membrana acustica che per quello che riguarda il proiettile, per quanto riguarda la frequenza ν invece abbiamo visto che per il proiettile

νA' = νA (1+ Vt/ Vp)

in cui νA è la frequenza di emissione dei proiettili, mentre per l’onda acustica

νA' = νE- = νE V/(V -Vt).

la ragione di questo sta nel fatto che l’onda acustica non trasporta materia ma soltanto energia.