CRONACA DI SAN SEVERINO

LA CITTA'  VERSO UNA LENTA AGONIA     

Perdute le speranze per il cementificio cosa sarà dell'economia settempedana?

Di Livio Angeloni

[Il Messaggero 4/4/1970]

Da folti ufficiose si apprende che il tanto atteso cementificio non si poserà più in prossimità di San Severino, ma avanzerà di qualche chilometro verso Castelraimondo. Ovviamente la notizia anche se inattesa ha sorpreso pochi, perché tale epilogo era facilmente prevedibile dall'andazzo con cui si stava procedendo.
La storia stessa di San Severino è caratterizzata da questi fatti,e questa volta non si poteva pretendere un repentino e diverso modo di fare. Per chi ha buona memoria circa sei anni fa si presentò nella nostra città un rispettabile industriale nel campo delle confezioni il quale venne subito allontanato per dei motivi mai resi noti.
Tutti hanno parlato di questo cementificio, ma nessuno è riuscito a far nulla di positivo.
Ovviamente qualcuno ha messo i bastoni fra le ruote: la massa che ha seguito l'avvenimento superficialmente e tramite interposizioni di parte, chiede addirittura i nomi di coloro che hanno telefonato o scritto alla soprintendenza contro il cementificio. Ma anche se tale elenco venisse fuori, a che cosa servirebbe a questo punto?
Sarebbe stata quella un'ottima occasione per S. Severino ma purtroppo ci è sfuggita. Infatti occupando nell'industria un buon numero di dipendenti, e anche in virtù della sua alta e costante produzione giornaliera, nel nostro paese si sarebbe potuto instaurare un giro finanziario che avrebbe sicuramente e in poco tempo risollevato le sorti della nostra comunità. Ne avremmo tratti enormi vantaggi e sotto l'aspetto economico e come conseguenza to quello morale.
D'altra parte pure il cittadino più disattento e distratto ha avuto la possibilità di constatare che da quando sono entrati in funzione i calzaturifici, il volto esterno della nostra città seppur in modo embrionale è mutato. La maggior parte delle ragazze che sono occupate in tali fabbriche, disponendo ora il denaro proprio, lo spendono in mezzi di trasporto (auto, motorette) in negozi d'abbigliamento ecc.
Nelle ore di sospensione e di ripresa del lavoro, la nostra sonnolenta città viene fortunatamente invasa da questi gruppi di ragazze che scorazzano intorno alla piazza per concedersi qualche minuto di distensione dopo otto ore di lavoro, rompono come per incanto quell'aspetto funereo e desolante tipico della nostra città. Purtroppo però i calzaturifici occupano manodopera quasi esclusivamente femminile, e manca una industria per manodopera maschile. E' facilmente immaginabile, anche per chi ha poca fantasia, come sarebbe potuta essere la nostra città con un'industria rilevante come la cementeria se tanto hanno fatto i calzaturifici.
Non abbiamo fonti di lavoro per le nuove leve, cosicché tante di quelle braccia che avrebbero potuto rendere floride le condizioni delle nostre città, dovranno continuare ad emigrare nel nord oppure all'estero, ad arricchire quindi altre zone. Questo fatto è gravissimo: con la partenza delle unità produttive, la nostra città lentamente ma gradualmente si avvia verso lo sfacelo totale.
Non sono queste previsioni pessimistiche, ma ciò che tra non molto si verificherà inevitabilmente, se le autorità locali non prenderanno immediati ed adeguati provvedimenti in merito. E' una constatazione dolorosa, purtroppo, ma reale.
Inoltre va pure rilevato che San Severino sta morendo non solo sotto l'aspetto economico, ma anche sotto quello umanistico e culturale.
Questo fatto è in netto contrasto con la sua fisionomia ancora incontaminata dal progresso, per cui i ricordi e i valori del passato dovrebbero essere tuttora vivi; mentre invece si verifica che la sua decadenza è generale; ha investito inesorabilmente ogni campo. Decadenza umanistica e culturale come anzidetto perché da parecchi anni in qua non hanno più luogo nella nostra città rappresentazioii teatrali, concerti lirici, convegni ed incontri su temi culturali e d'attualità. Le ore libere dei settempedani vengono trascorse passivamente nei soliti bar e sale cinematografiche; il tempo passa intanto senza avere la possibilità di usufruire di qualcosa di istruttivo edaficante e serio.
Ecco quanto è in grado di offrirci una cittadina come San Severino che doveva essere all'avanguardia in ogni campo, per il passato glorioso che le appartiene. Figure insigni nel campo chirurgico come Eustacchio, nel campo storico come Tacchi Venturi ed in altri innumerevoli campi dell'attività umana, sono nate nella nostra terra. Tutti i cittadini, prendendo atto di questa situazione, è necessario che diano il loro contributo per avere un domani migliore.