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Ci siamo interrogati molto spesso sul cambiamento che determinerà il Covid 19. La discussione tra ottimisti e pessimisti spesso
risente di una carenza d’informazione e di una limitata capacità’ di analisi.
Se ci atteniamo scrupolosamente ai fatti, evitando di interpretare “l’animo umano” come motore di una coscienza virtuosa,
consapevole, proiettata verso il bene comune, cosa auspicabile ma decisamente incerta, non possiamo che rilevare due grandi
problemi reali e concreti i quali avranno una necessità assoluta di una risposta a breve, la Sanità ed il Lavoro.
Il primo rientra nella volontà delle Istituzioni di risolvere le carenze emerse
con una strategia economica e dei territori già conosciuta e dibattuta da tempo.
Non siamo di fronte all’incognito. Diverso è affrontare il tema del lavoro, della piena occupazione che si troverà di fronte ad uno scenario mai sperimentato, le cui incognite
modificheranno profondamente il nostro “ stato sociale”, i metodi di lavoro e il “ lavoratore stesso”.
Il Covid-19 ha evidenziato quanto sia incombente coniugare la flessibilità del lavoro e la tutela del lavoratore.
Tutti i report internazionali ci raccontano come le aziende nel mondo stiano accelerando in una riconversione digitale puntando ad una parziale “autosufficienza”
che minimizzi la presenza dell’uomo.
Non solo, si sta sperimentando sempre più diffusamente l’utilizzo dell’intelligenza artificiale come interlocutore
di possibili strategie aziendali, nonché in attività impiegatizie.
Ci potremmo porre la questione se tutto ciò sia compatibile con l’etica comportamentale che vorrebbe la ricerca del bene comune.
Ci potremmo chiedere se è possibile una inversione di tendenza e porre l’uomo al centro di ogni scelta.
Ci potremmo chiedere se c’è una compatibilità ambientale e così via.
La mia risposta sarebbe inadeguata e risibile, lo sviluppo tecnologico e digitale, la concorrenza che indurrà ad aggregazioni industriali
capaci oltretutto di competere anche dal punto di vista patrimoniale, costituiranno quelle variabili incontrollabili né dal singolo
individuo, né dal singolo stato, né dal singolo continente.
Il nostro paese insieme all’Europa deve accettare questa sfida , ma nel contempo deve controbilanciare lo strapotere
degli interessi economici con uno stato sociale, questo sì etico, deve ridisegnare e riprogettare un modello di sostegno ai più deboli
con strumenti economici e professionali adeguati al nostro tempo.
Noi della Costituente Civica per il futuro ci siamo impegnati da tempo a sviluppare un modello sociale attraverso proposte concrete
ed operative.
Il futuro sarà molto impegnativo, malgrado ciò, riteniamo possibile vincere questa sfida.
Roberto Cardinali 19 Giugno 2020.
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