Partecipazione ed Innovazione in una dimensione antropocentrica Globale.

 

 

 

CONSIDERAZIONI DI CARATTERE GENERALE

Uno dei principali limiti emersi sin dai primi giorni della attuale crisi pandemica e che rimette in discussione il modello della attuale società capitalistica che si è affermata a livello globale riguarda la distribuzione e la delocalizzazione della filiera industriale che costituisce l'ossatura portante del nostro sistema produttivo.
Già da gennaio le industrie automobilistiche tedesche e molte industrie di macchine utensili nel nord Italia erano bloccate per la mancanza di pezzi di ricambio e di bulloni che dovevano arrivare dalla cina.
Per risparmiare sulla mano d'opera molte industrie hanno delocalizzato interi settori della loro produzione rimanendo vittime di eventi imprevedibili che causano danni incalcolabili.

Il primo insegnamento fondamentale che ci ha fornito questa crisi attuale è la necessità di ripristinare una filiera corta di produzione a livello locale o al massimo a livello nazionale in modo da ricostituire una economia solida (perché governabile in prima persona dagli imprenditori) e solidale (perché fornisce lavoro e quindi ricchezza a livello territoriale).

Un altro imperativo falso e diviante che domina la scena attuale nel mondo occidentale è questa incessante e deleteria istigazione al consumismo che modula le nostre esigenze in funzione delle esigenze della produzione trasformando inevitabilmente questa nostra civiltà dei consumi in una inciviltà dei rifiuti ed esportando miseria nei paesi del terzo mondo con la inevitabile conseguenza di importare disperazione.

Se le cose non cambieranno in breve tempo, i flussi migratori saranno incontenibili e tali da travolgerci letteralmente. Se ci pensate bene c'è stato un altro periodo nella nostra storia in cui è accaduto qualche cosa di molto simile (con le dovute proporzioni) a quello che sta accadendo oggi, al tempo dell'impero romano non vi erano barriere in grado di ostacolare la potenza e la civiltà di Roma ma la disfatta dell'impero non è stata causata dalla forza di un esercito nemico ma dalla miseria e dalla disperazione di popoli che arrivavano dai confini dell'impero.

La nostra regione è tuttora una testimonianza tangibile della importanza della dimensione territoriale nel processo di rinascita sociale, culturale ed economica che ci ha portato dal periodo dei comuni sino ai giorni nostri. Tutti i nostri paesi sono ben visibili sui nostri colli e sono circondati da mura che sono state un elemento fondamentale di difesa ma anche un elemento identitario imprescindibile.

Vi è quindi un modello di sviluppo Marchigiano che fa del territorio il suo punto forte, uno sviluppo che ha visto uomini come Mattei e Merloni che hanno fondato la rinascita del nostro paese dalle macerie della guerra su principi di equità e di ridistribuzione con i contraenti e con i dipendenti. Modello di sviluppo che si è riproposto alla fine degli anni sessanta quando alle grandi aziende del nord Italia che hanno dato origine ai grandi flussi migratori dal meridione si è preferito contrapporre una industrializzazione diffusa e contenuta con una flessibilità maggiore ed un minore impatto ambientale. E' vero, anche le Marche hanno conosciuto l'emigrazione, io stesso e molti di voi ne siamo stati testimoni, ma la nostra identità culturale non è cambiata anzi, oserei dire si è rafforzata.

L'industrializzazione con l'introduzione della tecnica è stato un elemento fondamentale per lo sviluppo economico e sociale dell'umanità, è stato dimostrato infatti che inserire 1000 uomini organizzati e coordinati nella produzione di automobili in una catena di montaggio era molto più produttivo che assegnare ad ogni uomo il compito di costruirsi da solo una singola automobile alla volta. Il lavoro organizzato, assistito dalla tecnologia, dalla scienza ed attualmente dalla informatica, ha dato la possibilità di soddisfare le esigenze fondamentali di soprovvivenza e di sviluppo di masse sempre crescenti di popolazione ma sempre più spesso in questo nostro mondo globalizzato si è trasformato da strumento a disposizione dell'uomo a strumento di coercizione in maniera diretta od indiretta, più o meno occulta finalizzato alla produzione di nuovi bisogni ed asservito al profitto immediato incurante delle problematiche ambientali, sociali ed umanitarie di intere popolazioni e di enormi settori della popolazione.

Produrre più del necessario non è necessario, anzi è dannoso, come è dannoso il consumo finalizzato a se stesso. Gli imprenditori hanno assunto nel passato il ruolo di promotori di questo processo di promozione dello sviluppo raccogliendo e mettendo a disposizione i capitali necessari alla progettazione ed alla messa in opera di questi processi industriali ed economici in generale ma purtroppo troppo spesso l'unico elemento propulsore di queste loro azioni è stato il profitto, incurante delle condizioni in cui esso è stato realizzato e delle conseguenze da esso determinate. Le società per azioni hanno esteso la partecipazione agli utili a fronte di un aumento del capitale ma hanno lasciato sostanzialmente inalterato il meccanismo propulsore.

In molti paesi è stato lo stato stesso che ha assunto il ruolo di imprenditore spesso innescando meccanismi coercitivi che spingevano ad innescare il processo produttivo. Questi paesi e queste nazioni erano spesso in condizioni di povertà e di sottosviluppo tali da rendere praticamente impossibili processi spontanei di innovazione e di razionalizzazione irrealizzabili in assenza non solo di ricchezze ma anche di un substrato culturale su cui basarsi.

SOCIETA' AD AZIONARIATO DIFFUSO.

Questo tema è uno dei punti qualificanti del programma della Costituente Civica costantemente e generosamente portato avanti da Roberto. L'Italia è un paese fortemente Indebitato ma gli italiani possiedono dei consistenti risparmi che giacciono immobilizzati in depositi praticamente infruttuosi. E' evidente che questo stato di cose è la conseguenza di una profonda sfiducia di fondo che i cittadini nutrono non solo nella classe politica ma nella intera classe dirigente, questa girandola di leggi elettorali fatte su misura dei governanti di turno e la estesa diffusione del malgoverno e della corruzione sono le cause di questa crisi costitutiva e di rappresentanza.

A mio avviso gli Italiani sono disposti ad investire i loro sudati risparmi solo nella misura in cui sono in grado di controllare il flusso dei loro investimenti ed i risultati delle loro azioni non in termini monetari ma in base ai benefici ed ai servizi effettivi sperimentati sul territorio.
I piani industriali di queste società, che possono essere di diversa natura, quindi non sono calibrati in funzione dell'ottenimento del massimo profitto ma finalizzati alla costruzione solida, cioè capace di soddisfare le esigenze fondamentali della popolazione del territorio e solidale, cioè capace di estendere i benefici a tutta la popolazione con uno sguardo rivolto anche alle future generazioni.
L'introduzione di una economia ciclica, mirata al contenimento degli sprechi ed alla minimizzazione dell'impatto ambientale rappresenta il presupposto indispensabile per sviluppare le vocazioni territoriali collegate al turismo diffuso ed alla produzione di eccellenze territoriali destinate a rivestire un ruolo complementare e mai sostitutivo dei processi fondamentali.
La condizione di contiguità sociale tra produttore e consumatore favorisce processi di cooperazione incrociata a dispetto dei processi concorrenziali e competitivi che in ultima analisi sono sempre negativi.
La struttura economica territoriale e regionale può essere applicata anche a livello nazionale, soprattutto per quelle produzione che necessitano di un fattore di scala più ampio per poter essere efficenti e convenienti senza dover ricorrere a fornitori stranieri capaci di influenzare negativamente scelte strategiche penalizzanti per il nostro paese. In questo caso è lo stato nazionale che deve esercitare quella Golden Share che eviti la svendita dei gioielli di famiglia alle multinazionali finanziarie estere soprattutto nel campo di quelle produzioni che rivestono carattere strategico per la nostra economia e per la nostra sopravvivenza come nazione.
Una giusta calibrazione dei processi di produzione industriale, promozione culturale , innovazione tecnologica, ricerca scientifica, aggregazione sociale, difesa ambientale e tutela della salute garantisce uno sviluppo sostenibile sia a livello nazionale che a livello globale.
Uno sviluppo sostenibile a livello globale ha come presupposto la necessità di mettere i vari popoli e le varie nazioni nella condizione di provvedere autonomamente al proprio sostentamento come condizione necessaria per innescare un processo di sviluppo in termini cooperativi e non concorrenziali.

INTERVENTI OPERATIVI

La determinazione delle condizioni volte alla salvaguardia dei fondamentali dell'economia reale necessaria per consolidare un nuovo modelo di sviluppo ha bisogno non solo della presa di coscenza dei meccanismi costitutivi ma necessita altresi dei processi attuativi della struttura organizzativa dell'azionariato diffuso.
Per quanto riguarda la raltà marchigiana, con particolare riferimento alla situazione collinare e premontana, il comparto agro-alimentare si dimostra particolarmente adatto alla costituzione di società ad azionariato diffuso.
La struttura proprietaria delle zone agricole è caratterizzata dalla presenza di piccoli e medi appezzamenti incapaci di fornire individualmente il reddito necessario a mantenere nuclei familiari anche piccoli, la conseguenza è che essi vengono sfruttati in maniera marginale.
Questo problema potrebbe essere risolto brillantemente studiando forme di comodato d'uso (anche in termini flessibili) in cui i proprietari cedono lo sfruttamento dei loro terreni ad una società di cui essi stessi fanno parte come azionisti , ed in alcuni casi anche come dipendenti, insieme ad altri investitori legati al territorio.
Questa doppia veste di produttore-consumatore garantisce la qualità del prodotto, la salvaguardia dell'ambiente e la creazione di posti di lavoro anche per le generazioni future.
Questa proposta mutua in parte la struttura societaria di molte aziende tedesche in cui i dipendenti sono stati chiamati ( purtroppo in termini marginali) alla partecipazione azionaria dei loro datori di lavoro e che ha dato ottimi risultati di carattere sociale ed economico dopo la riunificazione.

Il modello può essere esteso ad altri comparti tenendo però presente che le attività accessorie, ristorazione, agriturismo ecc. debbano rimanere come tali e non prendere il sopravvento anche se più redditizie, onde evitare e contenere crisi nazionali ed internazionali come quella che stiamo vivendo i questi giorni.

Un altro settore in cui l'azionariato diffuso è non solo auspicabile, ma addirittura indispensabile è quello dei servizi, a cui Roberto ha accennato ed in particolare a quello della Sanità.
Io non conosco l'attuale situazione delle Marche ma vi posso raccontare quello che avviene in alcune realtà toscane.
Come forse saprete, in questa regione ed in particolare a Firenze esiste una lunga tradizione che proviene dalla seconda metà dell'ottocento in concomitanza con l'inizio del processo di industrializzazione.
Queste sono le società di mutuo soccorso S.M.S. che come dice la parola erano forme cooperative di sostengno per le classi operaie e per i ceti meno abbienti. Con il passar del tempo ed il cambiare delle situazioni, queste società si sono evolute ed hanno assunto la connotazione di centri sociali e spesso di centri culturali essendo di fatto, insieme alle attività di alcune parrocchie, il bacino di pescaggio delle associazioni di volontariato .
Queste associazioni che hanno visto il massimo della loro espansione in occasione della alluvione del 1966, hanno subito processi di auto organizzazione e di differenziazione.
Un campo in cui tali organizzazioni si sono maggiormente espresse è quello della tutela della salute, in particolare riguardo al pronto soccorso ed al trasporto con le ambulanze. Alcune di queste società come le Misericordie, di estrazione religiosa con una storia pluricentenaria, fratellanze laiche hanno esteso il loro operato ai servizi ambulatoriali e di analisi cliniche al servizio degli associati ed in convenzione con il servizio sanitario nazionale. Il realtà sono diventate un servizio pubblico essendo la quota di associazione molto bassa.

Anche questo tipo di strutture si prestano ad essere strutturate ed amministrate da società con azionariato diffuso, in cui gli azionisti investono in società di servizio di cui, insieme ad altri diventano contemporaneamente utenti perché operano nel territorio.

Questi sono solo alcuni esempi di azioni concrete di investimenti produttivi non solo in termini monetari, cioè di prodotto interno lordo ma in termini di economia reale , cioè di sviluppo Ambientale, Culturale, Sociale ed Economico delienando quello che potremmo definire il nuovo A.C.S.E di sviluppo, cioè un indice in cui i quattro aspetti vengono valutati e promossi armonicamente e contemporaneamente per delineare la vera ricchezza di una nazione.

Non si tratta di decrescita felice ma di crescita armonica nel rispetto degli individui e della società.

Leonardo Angeloni Firenze 15 Maggio 2020