46- Fonte delle Sette Cannelle, già Fonte della Valle (XII-XIII sec.)
(I luoghi del silenzio)

 

La fonte era già esistente agli inizi del 1300, come dimostra una riformanza del 3 dicembre 1307 con la quale si deliberò la costruzione di una porta in quartierio Sancti Francisci ad trivium cannellarum.

La nuova vasca in origine ebbe il doppio uso di lavatoio e di abbeveratoio per il bestiame.
L'abitazione costruita sopra la fonte attorno al sec. XV, fu inizialmente adibita a pubblici uffici.
Un'iscrizione in pietra, oggi perduta, ci attestava un radicale rinnovamento nell'anno 1339:
«ANNO.DNI.MCCCXXXVIIII...HIC.FONS.F....R.....S.AFV.....P.FRANCISHI...N....M».

Nel 1459 furono realizzati gli speroni della fonte.
Nel 1568 il governatore Alessandro Pallantieri ne promosse il restauro e venne aumentato l'afflusso d'acqua, proveniente dal monte Foresta, ubicato sopra il convento e la chiesa di S.Maria delle Grazie.
In occasione del restauro il Pallantieri emanò uno specifico editto per mantenere l'ordine ed il decoro delle fonti:
«niuna donna possa andare a pigliare acqua alla detta fonte con la roccha o conocchia o altra cosa sporca sotto pena della frusta, et di non poter mai più andare a pigliare acqua, et alli putti minori di dodici anni li quali contravverranno se li diano lì alla fonte cinquanta staffilate, et in piazza della terra altre cinquanta. Al cancelliere poi e agli altri esecutori che mancassero di far rispettare gli ordini da lui dati oltre la privazione dell'ufficio si dia tre tratti di corda».

Nel 1640 il complesso fu di nuovo restaurato, come si deduce da un iscrizione affissa
«LI SS.RI CAP.O FRANC.O CONS. E ANT.O SPERAND. PRIORE 1640».
Fu attraverso questo intervento che gli intradossi delle volte a crociera furono decorati con motivi floreali e foglie di pampini a guisa di pergolato.
Alla fine del XIX sec. i pilastri ottagoni furono inglobati in tre speronature a mattoni, mentre all'inizio del XX sec. ai vani superiori, che ospitarono nel XIX sec. la scuola pubblica, furono aggregati altre stanze mediante ampliamento sul retro.
Quest'ultima superfetazione venne totalmente rimossa nel restauro del 1979 da parte della Soprintendenza ai Beni architettonici e ambientali di Ancona.

Nell'interno della parete a destra fu dipinta la Madonna dei Lumi, ai piedi della quale sta genuflesso il patrono della città e sotto vi si legge l'iscrizione.
Dentro una delle tre nicchie poste in facciata fu realizzata la seguente incisione:
«ALEXANDER PALLANTEIVS PRAESES OPT. EXVLVM COE TERORVMQ. DELINQVENTIVM EXTIRPATOR DISCORDIAS SE DARE FONTEM ILLLIVSQ.AQVAE DVCTVS PENE DIRVTOS INSTA VRARI CURAVIT SEDEN PIO V.PONT.MAX.AN.MDLXVIII».

Al 1658 risale invece l'altra iscrizione, riportata nella parete di sinistra :
«Persona alcuna non ardisca di abbeverare / bestie nella fonte sotto pena della / perdita di esse, né guastare cannelle, condotti / né catene e colonne di essa fonte / né lavarsi panni, né cosa altra sporca / sotto pena di scudi dieci, della frusta e della refattione / del denaro».

L'ambiente ove è situata la vasca ha una lunghezza di circa 10,20 m, larghezza di 4 m, altezze del cervello della volta di m 5,25 e d'imposta m 2,57. Il vano ove è posta la cisterna è lungo 10,20 m, largo 1,20 m coperto da volta a botte con altezza di 1,85 m e d'imposta 1,40 m.
La sovrastruttura è lunga 11 m, larga 4,80 m e alta 3,30 m. La muratura è in mattoni, le colonne di facciata in pietra bianca, la vasca in pietra calcarea compatta, la pavimentazione in cotto, la sovrastruttura in tessitura mista di pietra e mattoni, il tetto in travatura lignea con impalcato di pianelle e massetto in calcestruzzo, manto in coppi. L'ambiente è coperto da due volte a crociera in muratura a costoloni piani.
Il muro di fondo sopra le vasche è decorato da archetti trilobi-acuti, nei cui peducci alternativamente erano collocati i mascheroni di bronzo.
Le cannelle sono sei, ognuna con la sua vasca d'acqua, la settima era posizionata esternamente e a tal proposito si riporta una parte del testo manoscritto di Girolamo Talpa:
«Fonte di sette cannelle, così denominata perché sono sei le cannelle che da mascheroni di bronzo spargono dalla bocca copiose acque, che vanno a cadere in una vasta e vaga vasca fatta di pietra travertina sotto un portico, con un altro fonte, che getta maggior acqua dalle sei, che in poca distanza si mira per lavarsi de panni colla quale fonte compisce la nominazione di sette cannelle, e viene con gran beneficio ai due quartieri di S.Marco e di S.Francesco della città superiore».

Il monumento è stato vincolato con atto del 28 febbraio 1913 ai sensi del decreto legislativo n.364 del 1909.

arch. Debora Bravi

Bibliografia

S. SERVANZI COLLIO, Fonte di Sette Cannelle in Sanseverino, in «L'album», Roma, n.19, anno XXVI, 25 giugno 1859, pp.148-151.
G. TALPA, Memorie dell'antica e nova città di Settempeda, detta oggi Sanseverino, manoscritto conservato in B.C.S., libro IV, pp. 482-483.
V.E. ALEANDRI, Nuova Guida di Sanseverino Marche, Sanseverino, 1898, p.176.